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martedì 21 febbraio 2017

Nonostante tutto

Lo so...sono sparita per tanto, troppo tempo. Tornare sul blog mi manca, vorrei davvero essere più presente, ma forse ho sbagliato nel non risparmiarmi tempo fa, perché adesso mi sembra di avere detto tutto, di essermi svuotata di qualsiasi sentimento o emozione ed averli impressi qua. Non voglio essere ripetitiva, non voglio annoiare. Se oggi torno è per condividere con voi ciò che ho scritto per un libro. Dovevo fare un riassunto della mia storia... e questo è quello che velocemente ho vomitato su un foglio bianco...

"È molto complicato spiegare cos’ha significato il cancro nella mia vita, ma so di per certo che ha riempito me e le persone che amo di emozioni contrastanti. Nel momento in cui ho iniziato a fare controlli ed esami senza fine, la preoccupazione invadeva ogni secondo della giornata, del quotidiano; non mi riuscivo più a godere nulla e le aspettative erano terribili. Quando poi i dottori mi hanno comunicato che volevano sottopormi ad una PET ho cominciato seriamente a capire che il mio responso non sarebbe potuto essere altro che il cancro. Ho letto centinaia di pagine in rete, ho divorato un paio di blog in pochi giorni e grazie ad essi sono riuscita ad interiorizzare una diversa consapevolezza di tutto quello a cui sarei andata incontro.
Il 12 marzo 2015 mi è stato ufficialmente diagnosticato un Linfoma di Hodgkin terzo stadio; in quell’occasione con le dottoresse abbiamo parlato per molto tempo di chemioterapia, di caduta dei capelli, di menopausa indotta, di nausee e dolori. Ricordo le loro espressioni amareggiate nel comunicarmelo, ricordo che mia mamma mi stringeva la mano mentre le uscivano i lacrimoni e ricordo che invece io ero già pronta per immagazzinare tutto ciò che stavo ascoltando. Quel momento ha rappresentato una svolta fondamentale: la preoccupazione, l’ansia e la paura dei mesi precedenti si sono immediatamente tramutate in voglia di iniziare al più presto la mia battaglia poiché finalmente ero sicura di chi sarebbe stato il mo nemico. Pochi giorni dopo è nato il mio blog, e con lui è nato il Signor H, ovvero il soprannome che ho affibbiato al mio scomodo “inquilino”. Potermi sfogare liberamente davanti ad uno schermo è stato fondamentale. Sapevo che quello era il mio spazio, lì ne potevo parlare come, quanto e quando volevo e 
chiunque poteva leggere se, quanto e quando voleva. Con il tempo poi ho capito che il racconto della mia esperienza poteva (e può) aiutare tanto e l’idea di poter essere per alcune persone, malati e non, ciò che altri avevano rappresentato per me è stata la spinta per non lasciare la scrittura nemmeno nei momenti più complicati della malattia. 
È stato un percorso che a tratti sembrava non avere mai fine. Tra alti e bassi dopo un anno ne sono uscita ed ho ripreso in mano la mia vita come e più di prima, ma ciò che questa esperienza mi ha lasciato non me lo potrà mai togliere nessuno. Eh sì, perché il cancro è sicuramente un periodo buio, un momento difficile, ma in quanto tale ha anche un rovescio della medaglia e va vissuto come una vera e propria opportunità. La mia grande forza l’ho dimostrata attraverso l’amore per la vita che giorno dopo giorno mi cresceva dentro. Non ho mai lasciato la mia quotidianità, anche se con ritmi sicuramente diversi, perché il Signor H mi ha insegnato che le cose più preziose sono proprio quelle alle quali purtroppo non facciamo caso, la salute in primis, ma anche i piccoli problemi di ogni giorno, le piccole soddisfazioni personali, la vicinanza di una persona, l’abitudine di un messaggio, un sorriso, un abbraccio. Ho imparato a non dare mai per scontato nessuno e nulla di ciò che vivo perché dopo essere passata per situazioni così complicate tutto ciò che viene vissuto come la normalità per me adesso è un vero e proprio respiro di libertà; dall’uscire con un’amica al poter prendere il sole d’estate senza preoccupazioni, dall’avere i capelli in testa al potermi lavare o fare pipì senza bisogno di aiuto. 
Ho capito soprattutto che il tempo è il dono più grande che abbiamo e che possiamo ricevere: nel momento in cui la malattia ha invaso in tutto e per tutto la mia vita mi sono resa conto che dovevo rivedere un po’ le mie priorità perché tutto quanto da un momento all’altro sarebbe potuto finire. In quei momenti non ci sono programmi che tengano… ho vissuto le cose per quello che erano senza bisogno di fare programmi, non avevo voglia di aspettare niente e nessuno per poter rincorrere i miei desideri.
Guarire da questa malattia è una liberazione indescrivibile, ogni giorno penso a quanto sono stata fortunata e ringrazio che il Signor H non sia più con me, ma in un certo senso credo che non me ne libererò mai: è impossibile non pensare a colui che mi ha insegnato a vedere le cose da un’altra prospettiva, a colui che ha contribuito a rafforzarmi e che mi ha aiutata a ritrovare un po’ me stessa. Sono contenta anche che abbia insegnato qualcosa a chi ha vissuto al mio fianco e in qualche modo ha lottato insieme a me. Forse a tanti può sembrare un paradosso, ma ci sono momenti in cui gli sono molto grata. Nonostante le sofferenze passate, nonostante i limiti che mi ha imposto, nonostante tutto".

sabato 9 luglio 2016

Qualcosa è cambiato?

Questo post è un segreto. Paradossale forse rendere pubblico qualcosa che non ho confidato ancora a nessuno...ma lo scrivo sussurrando, un po' per scaramanzia, un po' perché preferisco non illudermi. 
Mi sono svegliata una decina di giorni fa con una fitta terribile alla gola. La mia briciolina, quella parte della gola che non percepivo più ha iniziato a bruciare. Ammetto di essermi un po' anche spaventata ma poi mi sono detta che se stava cambiando qualcosa, la situazione non poteva che migliorare. D'altronde, peggio che una paralisi...
Ed in effetti il bruciore nel corso di questi giorni è diminuito sempre più fino a scomparire totalmente. È stato un cambiamento talmente graduale, che nemmeno io sono riuscita a rendermene conto. Però poi... non potete immaginare la mia sorpresa quando mi sono messa a cantare in macchina. Accompagnata dalla radio, al posto del solito rantolo al quale ero ormai abituata, ecco la mia voce normale. No, non una bella voce o qualcosa di particolarmente speciale, ma la MIA voce. 
Vi dico solo che sono tre giorni che canto ovunque e la gente mi prende per pazza...ma va bene così. Tra qualche giorno avrò il controllo e vedremo se davvero la situazione si è sbloccata definitivamente come penso e spero. Nel frattempo tengo solo le dita incrociate. E canto, ovviamente. 
Mi raccomando, questo è un segreto, quindi shhhh...non deve saperlo nessuno...

martedì 16 febbraio 2016

Maledetta psiche

È un po' come con la febbre: finché suppongo di averla tutto procede alla normalità, quando ne sono certa inizio a vagabondare moribonda per la casa. Tutta questione di testa.
...e così mi ritrovo a soli due giorni dalla prima TAC di controllo con tutti i sintomi possibili ed immaginabili. Ho un prurito terribile, giramenti di testa, oppressione al petto, sudorazione imbarazzante e mani e piedi che formicolano. Insomma, tutto ciò che provavo prima di sapere del Signor H.
È pazzesco quanto le sensazioni ed i sensi possano essere così vivi e reali solo per via della preoccupazione per un esame che, tra l'altro, ha una possibilità veramente minima di non andare bene...però questi due giorni non passano più! Maledetta psiche!

martedì 5 gennaio 2016

Agitato andante

Da quando è iniziato il nuovo anno respiro aria di agitazione. Si avvicina il periodo dei controlli e l'idea di tornare a fare esami non mi fa proprio impazzire. In questi momenti poi capisco quanto il Signor H abbia lasciato il segno in tutti i componenti della mia grande armata. Il mio amore in particolare è allarmato in ogni cosa che faccio. Se mi gratto, se sudo di notte, se faccio fatica a fare le scale, se sono troppo fredda o troppo calda in fronte... un delirio! E io capisco che lo faccia per il mio bene, ma magari basterebbe tenere in conto che con il freddo di questi giorni qualche malanno ci può stare per tutti e che io, con ciò che ho passato e con i miei ormoni impazziti, possa avere qualche squilibrio in più. Oggi, esasperata, ho chiamato l'ospedale per chiedere la data della mia prossima TAC ed approfittandone ho anche chiesto se questi problemini fossero normali. Per fortuna la mia dottoressa ha subito capito il punto della questione e "per tranquillizzare le cose puoi venire la prossima settimana a fare un controllino, così con questo pretesto passi anche a salutarci". Perfetto. Risultato: controllo il 13 e TAC il 17. 
13 e 17...ci rendiamo conto?? Che poi, io non sono per niente superstiziosa, ma che numeri del cavolo! Calma, Vale... andrà tutto molto bene anche questa volta! :)

giovedì 3 dicembre 2015

...e poi arrivano i crampi!

Già da qualche giorno ho iniziato ad avere crampi molto forti al basso ventre. Sono veramente fastidiosi. Arrivano all'improvviso e tolgono il respiro...
S-P-E-R-A-N-Z-A. 
Eh già, perché il 18 di ottobre mi è "scaduto il termine" della menopausa. Questo significa che da quel momento in avanti ogni momento era buono per il ritorno del ciclo mestruale e sono già passati circa 50 giorni. Le dottoresse mi hanno detto che potrebbero volerci fino a cinque-sei mesi perché le ovaie ricomincino a lavorare, ma io non vedo l'ora che succeda. Le donne che stanno leggendo non mi prendano per pazza. Sia chiaro: sono stata benissimo senza l'appuntamento mensile con le mestruazioni, ma adesso vorrei anche tornare alla "normalità"...
In ogni caso il rischio di rimanere sterile era veramente basso dopo le due iniezioni di Enantone (ricordate quella puntura costosissima per indurre la menopausa??), ma una piccola possibilità rimane sempre. Sono abbastanza in pensiero per questa cosa. E' vero, ho sempre i miei cinque piccoli ovulini congelati, ma spero di non aver bisogno di utilizzarli.
Insomma. Sono impaziente. Poi dovrò sicuramente fare anche una visita ginecologica per controllare che tutto si sia risvegliato come si deve... 
Su, benedetti crampi, sarebbe ora di fare qualcosa, no??

martedì 17 novembre 2015

Un prurito...differente!

Uno dei sintomi più "invasivi" che ho sopportato durante il periodo in cui ancora non ero a conoscenza della malattia è stato il prurito. Un prurito davvero fastidioso che mi faceva grattare compulsivamente gambe, braccia, piedi e schiena. Anche dopo aver capito che le cose stavano prendendo una brutta piega non avevo mai collegato questo fattore alla malattia, poi un giorno il professore che mi aveva in cura mi chiese se per caso in quel periodo avessi fastidio alla pelle dovuto ad uno strano prurito. Chi l'avrebbe mai detto... una cosa così banale e "quotidiana" avrebbe potuto aiutare i medici nella diagnosi del maledetto Signor H. Benedetto prurito, dico quindi ad oggi... ma allora stavo veramente impazzendo e spesso ero costretta a buttarmi sotto la doccia perché l'acqua era l'unica cosa che riusciva ad alleviarlo.
Anche in questi giorni sto impazzendo per colpa del prurito. Una sera il mio amore mi ha vista mentre mi grattavo e subito: "C'è qualcosa che non va? Mi fai preoccupare". Ahah... come se fosse una cosa gravissima. E invece...questo prurito è proprio positivo, perché significa che i peli ricominciano nella loro lenta ed inesorabile ricrescita. Quei pochi capelli che stanno spuntando sono minuscoli e veramente sottili, sotto al turbante danno un fastidio tremendo... ma ci sono, ed è bellissimo non avere più la testa lucida e liscia come un uovo!!!