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martedì 12 gennaio 2016

Flashback - 14.37

Credo di averne già parlato da qualche parte: il giorno della biopsia io avevo una folle paura dell'anestesia totale... non ne avevo mai fatta una prima...
Ne ho parlato con tutti, avevo veramente il pallino per questa cosa. Una delle mie più care amiche allora mi ha consigliato una cosa: "quando ti portano in sala operatoria, guarda l'orologio e cerca di ricordarti l'ora precisa nella quale ti addormenti". E così è stato. Dal momento in cui gli infermieri hanno iniziato a girarmi intorno e a bucarmi mani e piedi ho capito che attraverso le flebo a poco a poco sarebbe iniziato l'effetto dell'anestesia. Ho puntato lo sguardo sull'orologio e non ho più pensato ad altro:
14.36
14.36
14.37
14.37
14.37
Me lo sono ripetuto in testa all'infinito per imprimerlo nella memoria. 14.37 ...poi mi sono addormentata. 
Una volta fuori dall'ospedale mia nonna ha anche provato a giocare questi due numeri al lotto, ma senza alcun risultato. D'altronde la cosa più importante era vincere la paura...e ce l'ho fatta!

martedì 30 giugno 2015

Una valanga di Lupo Alberto

Ieri, in vista della settimana di terapia, ho riempito la borsa di Lupo Alberto. Non so se avete presente quelle caramelle gommose enormi a tutti i gusti che andavano una ventina d’anni fa…hanno il faccione di Lupo Alberto sopra e sono incartate singolarmente. Quando ero piccola ne avrò mangiate milioni.
Il giorno della mediastinoscopia mio padre in tasca ne avrà avute almeno 60 ed ha iniziato a distribuirle a tutti i medici, chirurghi ed infermieri del reparto. Da quel momento per noi è diventata “la caramella degli infermieri” ed è ormai un simbolo immancabile di ogni giornata che trascorro in ospedale. Le mie dottoresse e gli infermieri del Day Hospital sanno benissimo che quando passano per il mio box o mi devono fare il prelievo ricevono la dose quotidiana di caramelle. In realtà passano anche le infermiere che non mi devono cambiare le flebo per averle. Ogni volta mi accolgono tutti con un sorriso perché "è arrivata la ragazza delle caramelle"!!! Io mi diverto troppo, perché se le aspettano proprio e si illuminano quando gliele regaliamo. Ora mio padre mi ha rifornito di due pacchi enormi da 300 pezzi l'uno… direi che per un po’ gli infermieri possono stare tranquilli! 
...a volte basta così poco per far sorridere le persone...!!!

lunedì 23 marzo 2015

Flashback - Questo è solo l'inizio!!

Aspetto questa maledetta biopsia dei miei linfonodi. Darà la risposta a tutte le domande che ci siamo posti da un mese e mezzo a questa parte…
Ho paura perché non ho mai fatto un’anestesia totale e mi sale l’ansia solo a pensarci. L’intervento che dovrò affrontare si chiama mediastinoscopia. Mi faranno un taglio nell’attaccatura del collo e scenderanno fino all’altezza dei polmoni circa per prelevare uno dei linfonodi malati e dirmi finalmente di che malattia si tratta.
L’attesa è allucinante perché 10 giorni non passano mai… Durante una conversazione mi scappa detto con mia mamma:
- Non vedo l’ora di togliermi di mezzo l’operazione ed aver finito tutto!
- Vale, non è finito niente! Questo è solo l’inizio!
Cazzo, a questo non ci avevo ancora pensato. In effetti la terapia sarà pesante e dovrò affrontarla senza tanta paura e sempre a testa alta…
Un paio di giorni prima dell’operazione non sono per niente tranquilla e, tra le altre cose, reagisco molto male ad una confidenza di mia madre. Passo la notte in bianco dal nervoso e non ci rivolgiamo la parola per 2 giorni (trascorsi ad aspettare le visite preoperatorie).
La mattina stessa, mentre porto il cane a fare la pipì, mi viene una crisi di pianto. A quel punto non penso più alla paura dell’operazione in sé, ma al fatto che non avrò l’appoggio di mia mamma o un suo bacino prima di entrare in sala operatoria a causa di questa nostra lite. Lascio il cane da un’amica e mentre mia mamma passa a prendermi vede che sto piangendo e la lite ricomincia. Molto più forte. Molto molto più forte. Litighiamo fino alle 9.20. Alle 9.30 avremmo dovuto già essere in ospedale.
Per fortuna l’operazione ritarda (14.37) e durante l’attesa mio padre (che ovviamente non sapeva nulla della lite) riesce a calmare gli animi tra battute, caramelle (non scherzo, dall’ansia ne avrà mangiate almeno 60-80 di fila) e parole crociate.
Arriva il momento dell’operazione e gli infermieri vengono a prendermi e mi fanno la puntura del coraggio. Mi allontano sulla barella verso i corridoi mentre saluto i miei che hanno l’occhio lucido. Tutto il resto è confuso. Non ricordo nulla del momento in cui mi sono addormentata.
Mi sveglio mentre un’infermiera mi prende a “pugni” la testa e mi dispero come una bambina… ”voglio la mamma!”. Anche il ritorno in camera è un po’ confuso. Ricordo di aver chiesto un piatto di riso allo zafferano. Ricordo che mi scocciava aver perso la puntata di Amici. Ricordo il bacio di mia mamma e quello di papà. Ricordo il primo stupidissimo messaggino post-operatorio “amore, non dimenticarti di venire a trovarmi”.
Il giorno dopo torno a casa con un taglio in più ed un linfonodo in meno. Pensavo peggio. Dico a mio padre:
- Finalmente anche questa è andata!
- Siamo solo all’inizio, patatina!

Uhm… giusto…