In un mese e mezzo di esami mi ero (purtroppo o per
fortuna) già fatta un’idea di chi potesse essere il mio strano coinquilino.
Leggendo qua e là avevo capito che la soluzione di questo problema sarebbe
stata la chemioterapia e mi ero quindi già preparata a tutti gli “effetti
collaterali” che avrebbe avuto sul mio corpo. Tutti, tutti tranne uno. Quando
le dottoresse mi hanno comunicato che in seguito alla chemio ci sarebbe stata
la possibilità di rimanere sterile sono caduta nella crisi più profonda. Per
essere sinceri le percentuali di sterilità sarebbero state bassissime, un 5-10%
circa, ma solamente l’idea mi ha terrorizzato. È l’unica cosa per la quale ho
pianto davanti ai medici. Da sempre sogno di essere mamma e niente e nessuno
potrà mai privarmi di questa gioia. Soprattutto il Signor H.
…e così mi sono trovata davanti ad una decisione
difficilissima: provare a seguire un percorso che permette il congelamento
degli ovociti oppure procedere immediatamente con la chemioterapia.
Presente o futuro?
Se fossi un uomo sarebbe tutto più semplice:
bastano pochi attimi per poter congelare il seme. Ma sono una donna e il
processo richiede in media tre-quattro settimane. Consiste nella stimolazione
delle ovaie per mezzo di punture in pancia ogni sera. Poi tramite esami del
sangue ed ecografie (un giorno sì e uno no) si controlla lo stato di produzione
degli ovociti e al momento giusto si procede con un intervento (purtroppo in
anestesia totale) che li aspira per poi congelarli.
I medici inizialmente mi hanno sconsigliato di
seguire questo procedimento poiché avrebbero preferito iniziare subito con la
chemio. Anche amici e parenti erano “contro”: mi dicevano che sarebbe stato più
importante pensare per una volta a me stessa e non sottoporre il mio corpo ad
ulteriori stress. Io non ero convinta. Per me era ed è una questione troppo
importante perché guarire e non poter realizzare il mio sogno sarebbe comunque
orribile.
Vedendomi così disperata i medici mi hanno consigliato
di seguire la mia volontà e di iniziare quindi la cura. Mi hanno detto che in
qualsiasi situazione di urgenza o di peggioramento della malattia sarebbero
stati i primi a sospendere tutto quanto per farmi iniziare la chemioterapia.
OK. Finalmente, più tranquilla e serena, mi sono sentita dire ciò che volevo ed
ho deciso serenamente di iniziare questo percorso.
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