sabato 28 marzo 2015

La crisi degli ovociti...

In un mese e mezzo di esami mi ero (purtroppo o per fortuna) già fatta un’idea di chi potesse essere il mio strano coinquilino. Leggendo qua e là avevo capito che la soluzione di questo problema sarebbe stata la chemioterapia e mi ero quindi già preparata a tutti gli “effetti collaterali” che avrebbe avuto sul mio corpo. Tutti, tutti tranne uno. Quando le dottoresse mi hanno comunicato che in seguito alla chemio ci sarebbe stata la possibilità di rimanere sterile sono caduta nella crisi più profonda. Per essere sinceri le percentuali di sterilità sarebbero state bassissime, un 5-10% circa, ma solamente l’idea mi ha terrorizzato. È l’unica cosa per la quale ho pianto davanti ai medici. Da sempre sogno di essere mamma e niente e nessuno potrà mai privarmi di questa gioia. Soprattutto il Signor H.
…e così mi sono trovata davanti ad una decisione difficilissima: provare a seguire un percorso che permette il congelamento degli ovociti oppure procedere immediatamente con la chemioterapia.
Presente o futuro?
Se fossi un uomo sarebbe tutto più semplice: bastano pochi attimi per poter congelare il seme. Ma sono una donna e il processo richiede in media tre-quattro settimane. Consiste nella stimolazione delle ovaie per mezzo di punture in pancia ogni sera. Poi tramite esami del sangue ed ecografie (un giorno sì e uno no) si controlla lo stato di produzione degli ovociti e al momento giusto si procede con un intervento (purtroppo in anestesia totale) che li aspira per poi congelarli.
I medici inizialmente mi hanno sconsigliato di seguire questo procedimento poiché avrebbero preferito iniziare subito con la chemio. Anche amici e parenti erano “contro”: mi dicevano che sarebbe stato più importante pensare per una volta a me stessa e non sottoporre il mio corpo ad ulteriori stress. Io non ero convinta. Per me era ed è una questione troppo importante perché guarire e non poter realizzare il mio sogno sarebbe comunque orribile.
Vedendomi così disperata i medici mi hanno consigliato di seguire la mia volontà e di iniziare quindi la cura. Mi hanno detto che in qualsiasi situazione di urgenza o di peggioramento della malattia sarebbero stati i primi a sospendere tutto quanto per farmi iniziare la chemioterapia. OK. Finalmente, più tranquilla e serena, mi sono sentita dire ciò che volevo ed ho deciso serenamente di iniziare questo percorso.

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