venerdì 24 aprile 2015

Amica Chemio - Episodio 1

Dalla mia nascita alla mia prima chemio sono passati 9488 giorni, anzi, più precisamente 227.708 ore. Mio padre ha fatto i calcoli mentre eravamo in Day Hospital. È strano, perché mi sembra di avere fatto un sacco di cose nella mia vita, e in realtà quando ho visto questi due numeri mi sono sentita ancora così piccola…
Comunque… ho atteso qualche giorno prima di scrivere per essere sicura di non dire cavolate. Stavo aspettando una reazione dal mio fisico. Una reazione che non ho avuto. Sto bene, e questa è la cosa importante. Ma iniziamo dal principio…
Martedì sono arrivata in Day Hospital con il sorriso a millequattrocento denti, proprio come mi ero ripromessa. Avevo appena mangiato un panino galattico con formaggio e melanzane al bar dell’ospedale e stavo rompendo l’anima a mio padre parlando di Amici. Zero pensieri. Quando mi hanno chiamata mio padre ha dovuto aspettare fuori per il primo quarto d’ora e nel frattempo un’infermiera mi ha fatto accomodare nel box numero 1 (…e poteva essere altrimenti???!!) per preparare le flebo.
Trovare la vena è stato il delirio: l’infermiera ha iniziato a bucare qua e là muovendo l’ago all’interno della pelle dicendomi di avere pazienza perché la vena le sfuggiva. Ero scioccata… sembrava mi stesse cucendo perché con l’ago passava sopra e sotto lo strato cutaneo...(lo so, fa schifo l’immagine ma non saprei come altro spiegare questa tortura). Al quarto tentativo le ho chiesto di smetterla poiché mi stava facendo male e lei ha avuto (finalmente!!!) la splendida idea di chiamare un collega. L’infermiere subito è riuscito ad inserire la flebo senza alcun problema e lei, con la faccia mortificata, continuava a ripetere che era impossibile trovarmi le vene. Bah…! Mio padre l’ha rinominata “la sarta”…e d’ora in poi mi guarderò bene dal farmi bucare da lei.
La chemio è durata circa tre ore e mezza.
Il primo farmaco mi ha fatto venire un sonno allucinante, mentre il terzo è stato davvero fastidioso perché per un’ora buona ho sentito la vena in fiamme (anche se, in realtà, il bruciore si è poi auto-anestetizzato riducendosi così ad un fastidio sopportabile). Praticamente parlavo con i miei genitori con gli occhi semichiusi in una sorta di dormiveglia. Era come avere su una spalla l’angioletto che mi cullava per addormentarmi e, dall’altra, il diavolo che mi pungeva con il forcone per tenermi sveglia. A fine cura mi sentivo in bocca il sapore dei farmaci ed avevo la lingua mezza addormentata. Una strana sensazione, che poi per fortuna è passata in fretta.
Ieri mattina, dopo due giorni passati tranquillamente, mi trovavo all’ospedale per fare un prelievo. Ho avuto un blocco intestinale ed un calo di pressione. Mi sono presa molta paura e pensavo di svenire da un momento all’altro. L’infermiere ha visto che non mi sentivo molto bene e mi ha fatto sdraiare mentre contattava la mia dottoressa. Mi hanno fatto due flebo per farmi stare un po’ meglio e riportare la pressione alla normalità. Ho anche dovuto chiamare mia madre perché mi hanno proibito di tornare a casa da sola in macchina. Insomma, una mattinata non delle migliori, ma pare che questi problemi non siano stati provocati direttamente dalla chemio, quindi in generale posso dire di essere stata bene e di non avere avuto particolari effetti collaterali. Per fortuna la lotta tra il Signor H e la mia alleata stronza sembra partita in maniera tranquilla. Speriamo continui così…

In ogni caso la prima è andata…ora ne mancano solo undici…

3 commenti:

  1. Brava Vale!!! E' proprio il sorriso a 1300 denti la cosa migliore!!!
    piccolaVale

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    1. Eh si... i medici me l'hanno detto subito che sarebbe stata la migliore arma!! ;)

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